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Una Volta nella Vita – Palazzo Pitti

Tre documenti archivistici di Michelangelo; un disegno di Raffaello; l’atto di battesimo di Leonardo da Vinci e un altro testo che reca le sue postille; una lezione scritta di Galileo sull’Inferno di Dante; opere attribuite a Andrea Mantegna, Alessandro Allori e Giovanni Stradano; autografi di Girolamo Savonarola, Poliziano, Cosimo I de’ Medici, Joachim Winckelmann, Ugo Foscolo, Giuseppe Pelli Bencivenni, Giovanni Fabbroni, Pietro Vieusseux, Eugenio Barsanti, Vasco Pratolini, Eduardo De Filippo e Dino Campana, del Premio Nobel Eugenio Montale (presente anche con due inediti acquerelli).

Tutto questo, e molto altro, è possibile ammirare nella mostra, curata da Marco Ferri, che apre il programma di “Firenze 2014 Un anno ad arte” dal titolo Una volta nella vita. Tesori dagli archivi e dalle biblioteche di Firenze in programma dal 28 gennaio al 27 aprile 2014 nella Sala Bianca di Palazzo Pitti.

di Civitacomunicazione

Pontormo e Rosso Fiorentino a Palazzo Strozzi

E’ uno dei momenti più difficili nella storia della Toscana, l’arco di tempo che va dal 1494 al 1537, in cui guerre orrende investono la penisola, con il loro immancabile seguito di “mutazioni di stati, cattività di principi, sacchi spaventosissimi di città, carestia grande di vettovaglie, peste per quasi tutta Italia grandissima; pieno ogni cosa di morte, di fuga e di rapine”.

Ma ecco che due giovani ragazzi poco più che diciassettenni accettano, sotto la guida del loro maestro di bottega, il soave e lezioso pittore Andrea del Sarto, di esporsi al giudizio di una città intera e di tutti gli intendenti d’arte: per andare a pregare l’icona mariana reputata dispensatrice di molte grazie, custodita all’interno della Basilica della SS Annunziata a Firenze, si doveva infatti passare per il Chiostrino dei Voti, spazio antistante l’ingresso principale, nel quale sarebbero stati esposti gli affreschi la cui realizzazione era stata loro affidata.

Inizia dunque così, con le scene della Visitazione e dell’Assunzione della Vergine, eseguite rispettivamente da Jacopo Carucci detto il Pontormo e da Giovan Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino, la loro avventura umana e professionale.

Che ci porterà a tuffarci in un lago dalle acque agitate, ma le cui increspature sono sottolineate da ritmici rimandi cromatici di lampone, di rosso e di giallo brillante, alternati a pallido rosa pesca e verde smeraldo; opere attraverso la cui venerazione si contemplava il divino, realizzate in una “maniera gagliarda e di grandezza più degl’altri, leggiadra e maravigliosa”.

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